Il fashion vecchio stile è passato di moda: avanti il nuovo (che rompa gli schemi)!
Indaco apre le porte della sostenibilità anche nel mondo del fashion: Marta De Gaspari ci racconta la sua esperienza attraverso la partecipazione al corso su “Fashion Sustainability: Shaping Fashion’s Future” organizzato dall’Institut Français de la Mode (IFM)
Perché partecipare a questo corso?
Con questa certificazione metto un altro mattone per raggiungere il mio obiettivo: sostenere le piccole e medie imprese della moda nella costruzione di un processo di sviluppo della collezione basato su fondamenta di sostenibilità e rispetto del bene comune.
È stata una scelta naturale dopo il percorso di sei mesi per approvare il nostro primo Bilancio del Bene Comune e l’affiliazione personale all’associazione.
Ed è una scelta consapevole e urgente volendo lavorare in un settore dove la catena di valore è lunga, complessa e di notevole impatto a livello ambientale.
Cosa ti sei portata a casa?
Queste tre parole: valori, innovazione e persone.
Valori. O si cambia il modo di sentire e pensare o le cose non cambieranno mai.
Non possiamo pensare di cambiare il modo di vedere e fare le cose se non ci crediamo e se questa spinta non viene sostenuta da valori condivisi all’interno dell’organizzazione. Dall’altro canto, parlare di sostenibilità in questo settore significa attivare una vera e propria rivoluzione nel concepire il sistema, i processi e le persone che ci lavorano. Significa cambiare radicalmente il modo di pensare di chi sta da entrambi i fronti: chi produce e chi consuma. Senza una base di valori e di volontà di creare un impatto positivo si sfrutta la parola sostenibilità solo per mettersi la coscienza a posto.
Innovazione e tecnologia. L’innovazione è già il presente da rendere accessibile a tutte le realtà.
La pressione mondiale a cambiare le cose sta diventando impellente e la direzione è quella di scardinare le regole del gioco di tutto il sistema. Questo significa nuove tecnologie da sfruttare nei processi produttivi (per ridurre gli impatti ambientali), nei materiali da utilizzare per raggiungere l’ideale di circolarità di prodotto, e nel modo di progettare il prodotto stesso (seguendo la mia amata regola del “less is more”). Due forse sono le criticità: da un lato rendere accessibile questa innovazione non solo ai colossi ma anche ai piccoli produttori e dall’altro lato della sponda per le piccole aziende investire risorse e tempo in ricerca di soluzioni alternative e sostenibili.
Persone. Noi tutti siamo motore di cambiamento nel modo di fare e di consumare.
Per raggiungere l’obiettivo (e qui intendo obiettivo a livello globale) il centro è la persona come parte dell’organizzazione all’interno dell’azienda e come consumatore. Stanno prendendo sempre più piede nuove forme organizzative dove la collaborazione tra imprese e la condivisione delle “buone pratiche” attraverso piattaforme di innovazione aperte diventano il motore pulsante di cambiamento. Il concetto di trasparenza anche verso il consumatore diventa centrale per intraprendere una sostenibilità di fatto e non solo di parole.
Di tutto questo cosa porti concretamente nel tuo lavoro giorno per giorno?
Integrare logiche sostenibili nel processo significa definire gli obiettivi e condividere i valori traducendoli in azioni di prodotto e collezione e sostenere i ritmi e i passaggi garantendo una visione globale. Nel concreto significa:
- Nella fase di pianificazione della collezione, quando si definisce il brief e moodboard ispirazionale, è necessario scrivere nero su bianco quali sono gli obiettivi a cui si aspira, gli step per raggiungerli e i tempi. Questo aiuta ad avere sin dall’inizio una stella polare che guida e coordina scelte e azioni;
- Nella fase di sviluppo, formulare assieme criteri di scelta per la realizzazione del prodotto aiuta e sostiene la scelta di essere consapevoli;
- Nel momento di presentazione al mercato il lavoro svolto diventa contenuto da comunicare per garantire trasparenza nei confronti del pubblico che poi diventano basi per un rapporto di fiducia e sincerità con il consumatore.
Se sei rimasto incuriosito dal tema e vuoi saperne di più contatta Marta De Gaspari alla mail indaco@indacoteam.it